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Domande Frequenti
Che resistenza ha la superficie in Sikalindi?
Si possono usare i tavoli normalmente o sono oggetti delicati?
I nostri tavoli sono certamente dei tavoli di pregio ma questo non significa che non possano essere utilizzati normalmente, ad esempio come tavoli da pranzo, oppure che non ci si possa poggiare sopra degli oggetti.
In seguito alle nostre prove di laboratorio abbiamo rilevato che la resistenza meccanica di un pannello rivestito in Sikalindi è del tutto paragonabile alla resistenza dello stesso pannello rivestito in essenza dura come rovere o faggio. Ciò è dovuto all’unione tra la struttura fitta e reticolare della fibra e le speciali resine impregnanti, che hanno l’effetto di indurire ed ancorare sulla struttura la fibra stessa.
Considerato che i nostri tavoli sono realizzati in legno listellare di pioppo rivestito in Sikalindi, e che oggi un buon tavolo in vero legno è realizzato con la medesima struttura, questo significa che i nostri tavoli possono essere utilizzati esattamente allo stesso modo in cui si utilizzerebbe un altro tavolo in vero legno.
Cosa succede se cade dell’acqua o del vino su di un tavolo?
Nulla, perchè la fibra è trattata in modo tale da essere impermeabile all’acqua. I nostri tavoli non necessitano né più né meno che delle stesse accortezze di cui avrebbe bisogno un altro tavolo in vero legno. Pertanto se il piano del tavolo dovesse bagnarsi basterà asciugarlo prontamente con un panno o della carta assorbente e non resterà traccia di nulla.
La superficie è caratterizzata da molti pori, come si spolvera?
La pulizia quotidiana può essere fatta con un panno in microfibra cattura-polvere, di quelli comunemente in commercio. Di tanto in tanto potrebbe essere necessario rimuovere la polvere accumulatasi nei pori, e per fare ciò si può utilizzare una spazzola per vestiti o un pennello.
Sikalindi è un prodotto nuovo, ma è stato già collaudato?
Qual è la sua durata nel tempo?
Sikalindi è un prodotto nuovo, ma non un prodotto sperimentale. La vera innovazione sta nella tecnica che permette di ottenere una fibra legnosa sana, consistente e durevole dalla pianta del Fico d’india. Una volta ottenuta la fibra, il resto del processo di lavorazione, dal punto di vista tecnico, è molto simile a quello tradizionale di “impiallacciatura” (seppur molto più complesso), ed i prodotti utilizzati sono prodotti specifici per legno già ampiamente collaudati. Pertanto i mobili ed i complementi d’arredo della nostra collezione sono destinati a durare a lungo nel tempo come si addice ad un mobile realizzato in vero legno; e del resto non a caso nella realizzazione dei nostri tavoli utilizziamo in abbinamento alle parti rivestite in Sikalindi il legno massello di rovere.
In aggiunta a questo, possiamo dire che noi lavoriamo il materiale già da più di 5 anni, cioè da prima del lancio della Collezione Sikalindi, ed in questo lasso di tempo abbiamo avuto modo di perfezionare la tecnica fino a raggiungere gli attuali livelli di qualità estetica e funzionale.
E’ possibile realizzare con il vostro materiale Sikalindi dei mobili su misura o dei progetti di arredo?
Si, è certamente possibile. Non possiamo realizzare noi tutti i mobili su misura per i nostri Clienti perché sarebbe estremamente complesso e probabilmente anche anti-economico, tuttavia per soddisfare questa richiesta abbiamo messo a punto dei semilavorati che possono essere utilizzati facilmente da dei falegnami esperti per realizzare qualsiasi progetto di arredo su disegno Vostro o del Vostro architetto.
Per avere tutte le informazioni visitate la sezione “Pannelli”.
Perchè è necessario estrarre la fibra dalla pianta ancora verde?
Non sarebbe sufficiente lasciare seccare le pale?
La fibra legnosa contenuta nei cladodi (pale) del Fico d’India è costituita da un filamento legnoso molto sottile (anche se in alcuni punti la fibra è così fitta e compatta da sembrare un unico pezzo di legno) ed è immersa in un corpo spugnoso fatto prevalentemente di acqua. Quando una pianta di fico d’India secca quello che succede è che la spugna acquosa si decompone e marcisce e di conseguenza fa marcire anche la parte legnosa che così in gran parte si perde. Quello che resta è solo una minima parte del totale della fibra contenuta, e comunque tali resti non sarebbero idonei a farne dei mobili poiché oramai compromessi e non sufficientemente resistenti (quello che invece si può realizzare, e che in effetti realizzato in alcune regioni del Sud Italia, sono piccoli oggetti di artigianato artistico, come collane, orecchini, piccole sculture, etc.).
Quanti Fichi d’India occorre potare per realizzare il piano di un tavolo?
In realtà molto pochi, poiché la fibra è presente in modo molto fitto all’interno della pianta. La parte difficile del nostro lavoro non è tanto il reperire le pale di Fico d’India quanto piuttosto il riuscire a tirare fuori la fibra legnosa dalla pianta, lavorarla, prevalentemente a mano, rivestire i piani e levigarla fino a farla diventare liscia come un velluto!
Perchè il nome “Sikalindi”?
Sikalindi significa “Fico d’India” in lingua Grika, una minoranza linguistica che si parla ancora in alcuni comuni del Salento, conosciuti come Comuni della Grecìa Salentina, e che risale ai tempi delle dominazioni della Magna Grecia.
Abbiamo utilizzato il Griko, a voler marcare il legame con il nostro territorio, anche nella scelta dei nomi dei tavoli, Siko (che significa “Fico”), Zonto (“fico tardivo”) e Milo (“conversare”).
La pianta del Fico d’India proviene dall’India?
No. La pianta del Fico d’India è originaria del Messico. Deve il suo nome al fatto che venne portata in Italia ed in Europa in seguito alla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, il quale appena sbarcato era convinto di aver raggiunto le Indie.
Da allora la pianta si è ambientata perfettamente in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo, ed in particolare in tutte le regioni del Sud Italia, grazie al clima mite che le contraddistingue. Oltre a crescere come pianta spontanea, viene anche coltivata per poterne raccogliere i frutti, dolci e succosi.
In ogni Paese la pianta viene chiamata in modo diverso, in Francia Figue de Barbarie (pianta dei Barbari), in Spagna Higo Chumbo (fico pera), in Portogallo Pera espinhosa, in Inghilterra ed America, Prickly Pear Cactus (Cactus dalle pere spinose), infine in Messico, la sua terra natale, viene chiamato Nopal.
Cosa è il Sikalindi Contest?
Ci saranno altre edizioni?
E’ un concorso fotografico nazionale realizzato nell’estate del 2011 per promuovere il lancio sul mercato dei primi prodotti della collezione Sikalindi. Il tema del concorso era “La pianta del Fico d’India nel Paesaggio Mediterraneo”. Probabilmente in futuro ci sarà un’altra edizione del Contest ma sarò diverso, forse un Design Contest oppure un Video Contest…Si accettano suggerimenti e proposte. Se volete proporre voi il tema per il prossimo Contest scriveteci pure a
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Vi ascolteremo!
Se avete delle altre curiosità scriveteci e saremo lieti di rispondervi.
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